sabato 31 marzo 2018

Storia e Arte: la Chiesa Madre.


Maestosa, luminosa e accogliente, la nostra Chiesa Madre è senza dubbio l’elemento di spicco del nostro patrimonio storico, artistico e architettonico.                      
Secondo la tradizione la Chiesa di Santa Maria del Piano fu realizzata da alcuni “Artefici Franzesi”. E’ possibile identificare questi Artigiani Francesi con quegli ingegneri o tecnici di corte che seguivano la corte Angioina ai tempi di Carlo I d’Angiò. Difatti l’origine della Chiesa Matrice risalirebbe proprio a questo periodo, indicativamente alla seconda metà del 1200, ossia dopo che nel 1266 Carlo I d’Angio viene incoronato re di Sicilia. La presenza di questi Artefici è dovuta al fatto che Guglielmo e Roberto Matera, figli dell'allora Barone di Majerà Ruggiero Matera, fossero consiglieri della corte del d’Angiò, e dunque riuscirono a far edificare la Chiesa ed altre “fabbriche” sul territorio di Majerà.
Santa Maria del Piano (1701)
La primitiva struttura doveva presentarsi ben diversa da come la vediamo oggi. Secondo quanto scrive Francesco Antonio Vanni nelle sue Croniche (Memorie della terra di Majerà) la Chiesa doveva essere tutt'uno con il campanile (elemento di pregio della stessa), con entrata (o porta) sulla strada sotto il medesimo campanile. Molto più piccola rispetto ad oggi fu ampliata grazie alla concessione di alcune case da parte della famiglia Matera. Fu dedicata a Santa Maria del Piano e se ne celebrava la festa il 2 luglio. La statua della Vergine, interamente realizzata in legno d’ulivo, risale al 1701: La pesantezza della stessa fu la causa (secondo quanto riferisce il prof. Orazio Campagna in Storia di Majerà) della soppressione della processione e degli stessi festeggiamenti. 
Nel 1534 la Chiesa viene nuovamente rifatta e innalzata per volere di Alfonso di Loria e Beatrice Raimo sua moglie. Questo intervento comportò lo spostamento dell’ingresso, corrispondente a quello attuale, testimoniato, sempre secondo il Vanni, dagli stemmi dei Loria sopra la porta della Chiesa (tre stelle d’oro e azzurre sopra un campo d’oro) e sopra la cappella dell’Assunzione di cui godevano lo Ius patronato, ovvero il diritto di proteggere (mantenere) l’altare. Al di sopra dell’Altare dell’Assunzione fecero inoltre incidere due versi latini: Alphonsus Loria, Raimi Beatrixque Sacellum – Confors me Condit fecit, uterque piè. 1534.  
Il campanile rimase in basso rispetto alla navata. Con questo intervento viene anche realizzata la Sacrestia, abbellita nei pavimenti nel 1582, e la Chiesa fu adornata di stucchi secondo la moda dell’epoca.
Affresco attribuito ad Angelo Galtieri (1725)
Nel 1600 la Chiesa godeva di rendite, soprattutto di decime in grano. Vi erano otto cappelle, alcune delle quali Ius patronati, come ad esempio la cappella dei Loria, l’Annunziata della famiglia Bruni, lo Spirito Santo della famiglia Vanni e S. Lucia della famiglia Forte.  Come accennato in un precedente post, è il 1661 quando la Chiesa Madre fu vittima del saccheggio da parte dei corsari Turchi, provenienti da Biserta, i quali rubarono oggetti sacri in argento e oro, bruciarono gli arredi e distrussero la pietra del Fonte Battesimale.

Assunzione di Maria, Chiesa Madre di Maierà
La Chiesa Madre subì altri rifacimenti nel 1711, quando a spese pubbliche, sotto l’economato di Don Giovanni Bruni, fu rifatto il tetto che minacciava di crollare e successivamente nel 1756, come risulta da un’iscrizione sul portale dell’ingresso (Sig. Antonio Benvenuto Sindaco 1756). Fu durante questi lavori, in particolare quelli del 1711, che si decise di abbellire ulteriormente la nostra chiesa, affidando la realizzazione degli affreschi ad uno dei maestri dell’epoca, ovvero ad Angelo Galtieri di Mormanno di cui si hanno notizie tra il 1716 e il 1739. Il Galtieri realizzò  l’affresco dell’Assunzione di Maria posto al centro della volta della navata presumibilmente intorno al 1725. A testimonianza di ciò, ci vengono in soccorso sia dati cronologici (uno su tutti l’anno di rifacimento del tetto) ma anche elementi stilistici e artistici che rimandano ad Angelo Galtieri. Il volto della Vergine è molto simile, infatti, alla Vergine in Gloria che il maestro realizzò per la chiesa del Suffragio di Mormanno, come anche il gesto delle braccia dispiegate e i movimenti degli abiti di Maria. Da sottolineare, inoltre, che i colori usati (bordeaux per la tunica e blu per il manto) e i lunghi capelli biondi ricadenti in serpentine sulle spalle, richiamano chiaramente la statua di Santa Maria del Piano anch'essa della stessa epoca.

Successive, ma legate comunque all'attività artistica del Galtieri, sono le tele poste ai lati dell’altare maggiore. Entrambe, sia quella dell’Immacolata Concezione che dell’Annunciazione, risalgono al 1804 e sono state realizzate da Genesio Galtieri, figlio del maestro di Mormanno.
Dunque, a metà del 1700 la Chiesa si presentava con soffitto ornato di tavole dipinte, a destra e sinistra della navata si individuavano 6 altari, sotto il titolo di diversi santi e sante, e in fondo il suo altare maggiore con la sua icona dorata ove si conservava il Santissimo. A destra e sinistra dell’altare maggiore altri due altari, il fonte battesimale e il pulpito. Nella sacrestia si conservavano paramenti e utensili. Vi erano oggetti in argento, una croce, incensieri con navicelle e calici, e il campanile presentava 3 campane, due grandi e una piccola.
Annunciazione, Genesio Galtieri - 1804
Immacolata, Genesio Galtieri - 1804



Per ciò che concerne la cripta non ci sono fonti a riguardo. La tradizione vuole che nella cripta corrispondente alla sacrestia, ovvero alle spalle dell’altare maggiore, venissero sepolti sacerdoti o esponenti delle famiglie nobili. Quest’area si presenta come una sala unica con degli scanni in pietra ove appunto venivano posti, in posizione seduta, i defunti. Al di sotto della parte centrale della navata, si presentava invece come un reticolo di piccoli loculi, destinati a nobili del posto, ne testimonia il fatto la lapide della famiglia Vanni non più visibile dopo il recente restauro. Corrispondente all'ingresso della Chiesa, all'inizio della navata dunque, la cripta si presenta come un’area unita e abbastanza spaziosa.

Con questo articolo colgo l'occasione per augurare a tutti una serena Pasqua di Resurrezione :-)