sabato 27 gennaio 2018

Francesco Alunni Pierucci: 'u cunfinatu!

Fin dall’antichità l’uomo ha sempre temuto di perdere la memoria, di dimenticare le persone, le storie, i sentimenti, cadere nell’oblio. Gli antichi greci, tanto celebravano il culto della memoria, da aver dedicato anche una divinità a questo elemento importante della vita. Mnemosine, la dea della memoria, figlia del Cielo (Urano) e della Terra (Era o Tellure), era colei che permetteva agli uomini di dare i nomi alle cose e alle persone, quindi di ricordarli e tramandarli nel tempo. Mnemosine, tuttavia, camminava di pari passo con sua sorella Lete, la dea dell’oblio, della dimenticanza, che permetteva all’uomo di dimenticare ciò che lo aveva fatto soffrire, ciò che ricordando non gli avrebbe permesso di vivere sereno.
Francesco Alunni Pierucci
Oggi, molto spesso, si è tentati di cedere alla dea Lete, dimenticando facilmente tutto, non solo ciò che ci ha fatto soffrire. Un giorno come questo, il giorno della Memoria, serve proprio a fermarci un attimo, a prendere fiato nelle nostre lunghe e stressanti giornate, per riflettere sul passato per far sì che quanto accaduto non succeda ancora.
 A tal proposito, anche io voglio celebrare questo giorno parlando di un personaggio legato al periodo fascista, legato a Maierà e alla storia, alla memoria, del nostro piccolo paese.

Il ventennio fascista fu un periodo di grande trasformazione per l’Italia, di conquiste territoriali, ma anche di scelte nefaste, decisioni per le quali molte persone, donne, uomini e bambini, hanno pagato delle care conseguenze. Le leggi razziali, emanate nel ’38, hanno portato l’Italia nella scia nazista, una scia di sangue e violenza voluta e perseguita da un uomo, Adolf Hitler, che odiava il diverso solo per essere tale. Vittime delle leggi nazi-fasciste, come sappiamo, non furono solo gli ebrei, ma anche gli zingari, i portatori di handicap, gli omosessuali, e gli avversari politici, in particolare i comunisti. Gli stessi campi di concentramento non ospitarono solo ebrei, ma anche i soggetti su menzionati. Esempio, proprio a pochi chilometri da noi, è il campo di concentramento di Ferramonti di Tarsia, aperto nel 1940, che non accolse mai ebrei ma solo prigionieri politici.
Proprio in questa scia si inserisce Maierà. Il nostro paese, durante il ventennio, fu sede di confino di prigionieri politici del regime. Venivano scelte quali località di confino soprattutto paesi piccoli, dove era difficile arrivare per mancanza di strade e collegamenti, paesi lontani dai centri di potere politico e culturale.
Non so dire di preciso quanti confinati furono destinati a scontare la loro pena a Maierà; dalle mie ricerche sino ad ora condotte posso menzionare un certo De Maio Pietro, comunista di Palmi, che tra il 1934 e il 1939 fu mandato al confino a Maierà, e senza dubbio una personalità di spicco quale fu Francesco Alunni Pierucci.

Francesco Alunni Pierucci nato ad Umbertide (PG) il 4 giugno 1902, è stato un sindacalista, un antifascista, un uomo politico, un senatore della Repubblica Italiana, un sindaco…e un confinato. Già dall’età di 18 anni iniziò ad occuparsi dei lavoratori umbri, gli viene infatti affidato l’incarico di dirigere la Camera del lavoro di Umbertide. Inizia ad appassionarsi da subito anche di politica, è uno dei fondatori della sezione locale del partito socialista, ma con l’avvento del fascismo iniziano i primi problemi. Nel 1922 decide di emigrare a Nizza, dove diviene il coordinatore di un gruppo di antifascisti di cui faceva parte anche il futuro presidente della Repubblica Sandro Pertini. Dopo varie vicissitudini, nel 1941 la gendarmeria francese lo consegna alla polizia italiana, che riportatolo in patria lo destina a varie prigioni tra il 1941 e il 1942.
Nel gennaio del 1942 viene condannato ad un anno di confino a Maierà (fino al 25 luglio 1943), per le sue attività antifasciste in Italia e all’estero.
Maierà, estate 1962. Da destra: Ugo Cristofaro,
Peppino Consiglio, Francesco Alunni Pierucci,
Ettore Biondi
A Maierà gli fu assegnato come alloggio una casa nel centro storico, in via Pietra, oggi di proprietà di Cinzia Forte e Aldo Crusco. Non aveva da mangiare, non viveva nell’agiatezza naturalmente, ma ben presto iniziò a conquistare le simpatie dei Majeraioti. Ad alcuni insegnò a leggere e a scrivere, ad altri pitturò le case, ad altri ancora riuscì a portare la luce all’interno delle abitazioni, fino ad allora presenti solo nelle strade. Riuscì addirittura a conquistare la stima del parroco dell’epoca, Don Francesco Vivona, grazie soprattutto all’episodio del presepe, scritto e raccontato nel libro “Francesco Pierucci” gentilmente regalatomi dalla moglie, la sig.ra Mirella Alloisio (ex partigiana e oggi Presidente onoraria della Sezioni ANPI di Perugia).
Nel Natale del 1942 Maierà doveva prepararsi ad accogliere la visita del Vescovo; per fare bella figura, il parroco chiese al confinato di dargli una mano costruendo un bel presepe per la Chiesa Madre. 
Francesco Pierucci all’inizio fu un po’ restio, non essendo pratico di cose religiose, ma si lasciò convincere dalla ricompensa in cibarie promessagli dal sacerdote. Si mise all’opera, creò i personaggi del presepe, e si ingegnò per realizzare dei movimenti di acqua e di luce che contribuirono a far diventare quel presepe un capolavoro. La notte di Natale, mentre era solo nella casa di via Pietra, un gruppo di paesani andò a chiamarlo per portarlo in chiesa, dove tutta la comunità, insieme al Parroco, lo accolse festosamente e lo ringraziò per il presepe.
Nell’estate del 1962, a vent’anni dal confino, Francesco Alunni Pierucci tornò a Maierà, questa volta in compagnia di sua moglie e di suo figlio Donatello di 8 anni. Subito dopo il loro arrivo si sparse la voce che il confinato era tornato, tutti andarono a salutarlo, ricordando quell’anno trascorso insieme durante la guerra.  

Ho voluto celebrare questo giorno della Memoria ricordando un personaggio che ha lasciato traccia nella storia di Maierà e della Repubblica, un episodio, una pagina di storia che può ancora arricchirsi di particolari e di aneddoti.

Ringrazio la sig.ra Mirella Alloisio per la disponibilità nell’inviarmi tutto il materiale in suo possesso, ringrazio il sig. Donatello Alunni Pierucci, speranzoso di mantenere l’impegno preso, ovvero di organizzare una giornata celebrativa a Maierà in memoria di suo padre, e colgo l’occasione di chiedere a chiunque abbia racconti, aneddoti, documenti, riguardanti questo personaggio della nostra storia recente, di contattarmi, per ricordare e raccontare alle nuove generazione questa bella pagina del nostro passato.
Pablito Sandolo